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SMARTWORKING – SUPPLY CHAIN – TECNOLOGIA
Come le aziende del F&B stanno affrontando l’emergenza COVID19
Pochi giorni fa abbiamo avuto la fortuna di confrontarci, ovviamente a distanza, con 4 aziende nostre clienti operanti nel settore del Food & Beverage.
4 aziende molto diverse tra loro, per diversità di prodotto, processo e modello di Business. Geograficamente hanno stabilimenti produttivi che coprono l’intero territorio nazionale, esportano all’estero e hanno complessivamente oltre 37.000 dipendenti.
La pandemia non li ha trovati impreparati anche perché, dovendo sottostare a rigidi standard di qualità BRC e IFS, da sempre sono abituati a dover gestire situazioni di crisi e cambiamenti improvvisi. Di sicuro il COVID19 ha scosso pesantemente ma sono riusciti comunque a mantenere fermezza e controllo.
Ci siamo messi in ascolto per capire come stanno fronteggiando questa situazione e quali sono i principali cambiamenti che hanno dovuto affrontare fin da subito e come pensano che questi evolveranno nel prossimo futuro.
Sono emersi 3 elementi: Smartworking, Supply Chain e Tecnologia.
Ma andiamo con ordine.
SMARTWORKING
È veramente Smartworking quello che si sta facendo in questi giorni?
Direi proprio di no, semmai si può parlare di Telelavoro forzato, perché lo si può fare solamente da casa.
Di Smartworking se ne parlava già da un po’, ma molti aspetti dovevano ancora essere presi in considerazione per permettere alle aziende d regolamentare questa modalità per i propri dipendenti.
L’emergenza sanitaria ha costretto tutti ad adattare postazioni di lavoro nelle case di ognuno di noi, allestendo piccoli uffici, magari anche in condivisione con i figli che devono seguire le videolezioni. Abbiamo imparato a collaborare a distanza, a sviluppare versatilità e spirito di adattamento per mantenere efficienza e professionalità con i colleghi e i clienti.
L’immersione in questa nuova realtà lavorativa ha permesso al management di “studiare” ed osservare i vari reparti produttivi rivedendone le disposizioni fisiche per crearne di virtuali, Per citare un esempio reale che ci è stato raccontato durante l’incontro, alcune figure che fino a 2 mesi prima erano fisse in stabilimento, si è valutato che per gli obiettivi che devono raggiungere non è necessario che siano presenti fisicamente nel plant, ma possono spostarsi e lavorare in modalità Smartworking, garantendo quindi il rispetto delle regole di distanziamento senza perdere in efficienza e in capacità produttiva.
Il telelavoro forzato che è stato applicato in questo momento non è sicuramente Smartworking, ma ha costretto a pensare e a gestire le attività in modo diverso, imponendo anche nuovi sistemi di controllo e di comunicazione. Ha permesso di continuare a lavorare imponendo a tutti una “pseudo normalità” che ha aiutato a fronteggiare il lockdown mantenendo lucidità mentale e professionale a vantaggio di ciascuno di noi, delle nostre aziende e dei nostri clienti.
SUPPLY CHAIN
Se già prima l’ascolto del cliente era importante, adesso, non si può più prescindere da esso. Le persone sono state costrette a cambiare le loro abitudini, il processo di acquisto si è evoluto, sono cambiati i tempi di consegna, il tempo stesso a disposizione delle persone è cambiato aumentando il margine dedicato alle consultazioni, alle valutazioni, alle recensioni. Si va in posti diversi da prima per il rifornimento degli alimenti. Sono aumentate a livello esponenziale le consegne a domicilio, sono incrementati gli acquisti nelle piccole botteghe di paese a discapito dei grandi supermercati. L’alimentazione stessa è cambiata, restando a casa molto di più si sono sperimentate ricette e di conseguenza il consumo improvviso di materie prime con una relativa impennata della domanda.
Come hanno affrontato le aziende del F&B questa situazione? Rivedendo immediatamente la pianificazione, che da triennale è diventata mensile, ripensando all’organizzazione del magazzino, ma soprattutto rivedendo la gestione della supply chain. Perché un quesito fondamentale che ci siamo posti e si sono posti è: “Questa pandemia ha costretto a cambiare le abitudini dei clienti e il loro modo di fare gli acquisti e organizzare gli spostamenti. Ma questo cambiamento sarà la nuova normalità? O meglio, quali saranno le nuove abitudini? L’esplosione dell’E-Commerce rimarrà un’esplosione o sarà la nuova normalità?”. La risposta di tutti è stata la stessa: “Non possiamo fare altro che navigare a vista, non sottovalutare nessun touch point e restare sempre in ascolto del cliente per tracciarne il sentiment e il trend”.
La supply chain dovrà adeguarsi alle nuove abitudini rivedendo alcune regole che sembravano certezze e studiarne di nuove, rivedendo, in particolare, la gestione del magazzino e delle scorte.
TECNOLOGIA
CLOUD! CLOUD! CLOUD! Posso sintetizzare solo così l’esigenza tecnologica che le aziende hanno adesso e sicuramente in futuro.
La tecnologia deve e dovrà supportare la collaborazione tra i team che lavorano a distanza, in modo efficiente e stabile.
Il mondo della fabbrica è destinato a cambiare. Non tutti possono essere in stabilimento e la produzione non può perdere efficienza. Sono quindi necessari sistemi di controllo a distanza, connessione tra operatori e management, sessioni spinte di training, intelligenza artificiale e Date Driven.
La stessa Realtà Aumentata, sempre vista con un po’ di scetticismo in produzione, veniva presa in considerazione per lo più per la parte di manutenzione e di training. Ora assume tutt’altra valenza, perché è una tecnologia che può garantire standard qualitativi e di sicurezza e proiettare le aziende verso un nuovo modello organizzativo e innovativo.
Particolare attenzione vorrei porre proprio alla parola Innovazione: il suo significato è diventato ancora più profondo, perché troppe volte si scambia l’innovazione con l’ultima novità tecnologica. L’emergenza sanitaria globale ha ridato a questa parola il giusto significato: mai come ora la tecnologia mette a disposizione strumenti in grado di migliorare non solo i prodotti e i processi, ma le aziende stesse. Sono però l’approccio innovativo e la capacità di adottare la soluzione migliore e più versatile per il proprio contesto che ci permetterà di affrontare chissà quali nuovi scenari ci troveremo di fronte. L’importante è non farsi trovare impreparati.
Martina Vaccaro, Resp. Marketing