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I System Integrator diventeranno Service Integrator?

I System Integrator diventeranno Service Integrator? Sul blog di Automation World, Luigi De Bernardini condivide qualche riflessione a partire dalla sua esperienza di 20 anni a capo di un’azienda di System Integration.

Da un lato, la trasformazione dell’interesse dell’utente, sia esso consumer o business, dal possesso al servizio e la rapida accelerazione che ciò sta avendo in particolare nel mondo del software è un fattore di cambiamento significativo. Cambiamento che avrà un impatto anche nel modo in cui soluzioni complesse potranno o dovranno essere create.

Dall’altro, indipendentemente da ogni trasformazione tecnologica o di modelli di business in atto, in ambito manifatturiero la specificità di ogni azienda costituisce parte significativa del suo vantaggio competitivo. Di conseguenza questa specificità è un valore che va preservato, coltivato e valorizzato.

Partendo da questa visione, è facile pensare che sistemi complessi a supporto della produzione efficiente possano difficilmente trovarsi sul mercato sotto forma di servizi preconfezionati e perfettamente adeguati alle specifiche esigenze aziendali. Essi richiedono oggi, e richiederanno anche in futuro, un “elevato” livello di personalizzazione per essere adattati alla specificità di processo, organizzativa o culturale del cliente. E’ inoltre molto più semplice immaginare che , almeno nel breve termine, il proliferare delle soluzioni disponibili come servizio vada a risolvere problemi “semplici”, ben definiti e ripetitivi piuttosto che specifici, complessi ed articolati.

Il che definisce queste soluzioni, più che come soluzioni a se stanti, come componenti utili a costruire soluzioni più complesse basate sull’integrazione di un insieme di servizi e sistemi. Ciò risulta particolarmente probabile anche in base al fatto che le aziende tenderanno a dotarsi di tali servizi in maniera progressiva, evitando maxi progetti, ma risolvendo ad una ad una problematiche specifiche di dimensioni “ridotte” che diano loro vantaggi immediati e consentano di diluire l’investimento. Nel momento in cui vorranno implementare un sistema più complesso si troveranno ad avere già a disposizione un insieme eterogeneo di servizi, basati su tecnologie diverse, spesso offerti da fornitori diversi e privi di uno standard comune che ne permetta una semplice integrazione.

I servizi andranno inoltre in ogni caso integrati con sistemi locali dal momento che è impensabile che alcune problematiche non vengano risolte in maniera tradizionale.

I System Integrator si troveranno quindi nella necessità di combinare ed armonizzare questa eterogeneità per creare, da un insieme di sistemi diversi, un sistema unico e specifico. A prima vista, nulla di diverso da quello che essi hanno sempre fatto: integrare sistemi per creare soluzioni. Tuttavia qualche differenza c’è dal momento che i servizi in questione hanno specificità che richiedono competenze ed approcci anche abbastanza differenti da quelli richiesti dai componenti o sistemi con cui gli SI hanno lavorato fino ad oggi.

L’articolo completo è disponibile sul sito di Automation World

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