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Verso una Supply Chain Digitale

Già da qualche anno affrontiamo progetti di ottimizzazione di gestione della produzione ed è ormai evidente che, sul mercato, la competizione non è tra aziende ma tra Supply Chain.

È tramontata la visione tradizionale dell’azienda che, autonomamente, ottiene una posizione di leadership e successo, per il semplice motivo che non è possibile competere sul mercato in modo autonomo.
E nella Supply Chain oggi c’è un attore fondamentale che ha determinato il vero cambiamento: “Il cliente. Ha rovesciato l’ordine dei fattori, perché non è più il progettista o l’ideatore a determinare il mercato, ma il consumatore finale che, attraverso le sue scelte e i suoi feedback in tempo reale, determina l’organizzazione della catena stessa
Ed è in questa nuova prospettiva che entrano in gioco molti fattori, alcuni legati ad aspetti culturali, sociologici o semplicemente legati alle abitudini, mentre altri sono strettamente tecnici, legati alle applicazioni tecnologiche che permettono questa trasformazione.
Il mercato di oggi richiede velocità, flessibilità e capacità di adattamento, ma soprattutto soluzioni “tailor made”. Il bisogno di affermazione della propria identità e quindi di differenziazione, si traduce nella necessità e opportunità per le aziende di offrire prodotti disegnati e costruiti sulla base delle esigenze del singolo.
A queste esigenze deve rispondere la tecnologia nella maniera più efficace e flessibile possibile.
Le tecnologie (dispositivi mobili, cloud, droni ecc) hanno cambiato le aspettative del consumatore, e le stesse tecnologie diventano gli elementi chiave sulla base dei quali la Supply Chain può rispondere alle aspettative ed essere competitiva.

Da un punto di vista tecnologico l’elemento abilitante non è solo lo sviluppo di nuove soluzioni o prodotti, ma anche la loro accessibilità dal punto di vista finanziario, quindi utilizzabili e competitivi sul mercato
La novità non sono i nuovi e sofisticati algoritmi, che permettono l’analisi di grandi quantità di dati, ma la possibilità di utilizzare gli algoritmi esistenti su strumenti che hanno capacità di calcolo fino a qualche tempo fa impensabili. Non è un singolo elemento che cambia lo scenario ma la combinazione di elementi molteplici che moltiplica a livello esponenziale l’effetto di ciascuno.

Il momento che stiamo vivendo è sicuramente interessante ed effervescente, ma anche rischioso per chi non è pronto all’utilizzo delle tecnologie.
La semplicità d’uso degli strumenti, unita al basso costo, riduce fortemente lo scalino d’ingresso ai mercati che fino a poco tempo fa erano piuttosto protetti.
Pensiamo ad Uber, Airbnb, Amazon, in grado di rivoluzionare, in tempi brevissimi, mercati consolidati, quei mercati dove in apparenza sembrava non esserci nulla da scoprire: aziende che hanno trasformato il mercato con una Supply Chain totalmente nuova e impensabile fino a poco tempo fa.
La rivoluzione è stata la digitalizzazione della catena di valore, perché ha consentito di connettere in maniera veloce, efficiente, flessibile e, cosa importante, di assicurare gli attori che ne fanno parte.
È l’Internet delle cose che ha determinato la trasformazione della Supply Chain; la capacità di tutti gli oggetti di trasmettere informazioni, di collegare e mettere in relazione una molteplicità di oggetti diversi.
Big Data e Analytics, ossia le informazioni e i dati generati dalle cose collegate ad Internet, sarebbero inutili se non ci fosse in contemporanea la possibilità di memorizzarli ed analizzarli in modo da generare informazioni attraverso la correlazione di dati apparentemente slegati fra di loro.
La crescita esponenziale di mole di dati renderebbe impensabile la generazione di informazioni complesse solo attraverso algoritmi o modelli sviluppati manualmente.

È sempre più importante nella tecnologia dell’intelligenza artificiale la possibilità di generare in maniera autonoma modelli a partire dai dati raccolti ed evidenziarne correlazioni apparentemente invisibili, non solo per la continua crescita dei volumi di dati ma anche per la continua trasformazione degli insiemi dei dati stessi resi disponibili da nuove sorgenti.
È la capacità analitica il collante degli anelli, perché consente di analizzare, comprendere, e in alcuni casi prevedere situazioni e/o comportamenti legati alla domanda o alla fornitura, essenziali per mantenere la Supply Chain reattiva e competitiva.
L’impatto è ovviamente straordinario, perché porta il concetto di “just in time” alla sua forma perfetta: i tempi di trasporto si azzerano, restano solo i tempi di produzione, spariscono i magazzini perché i componenti possono essere prodotti al momento e nella quantità e forma richieste.
Eliminando il concetto di magazzino, si facilita fortemente la possibilità di personalizzare il prodotto, di costruirlo con i pezzi effettivamente necessari, senza che questo incida troppo sui costi.
Si aprono scenari reali e non fantascientifici dove i prodotti sono trasportati da droni o da veicoli a guida autonoma e subito si pensa alle macchine a guida autonoma di Google piuttosto che ai pacchi consegnati dai droni di Amazon, ma vale la pena invece considerare un altro esempio molto meno futuristico e totalmente attuale.
In Ruanda è attivo un servizio di trasporto e consegna di sacche di sangue e medicinali totalmente basato su droni che compiono missioni autonome. È un esempio meraviglioso di trasformazione digitale di una Supply Chain, dove l’utilizzo della tecnologia ha risolto il problema, fino a pochi mesi prima quasi insormontabile, del trasporto di sacche di sangue (elemento critico nei paesi come il Ruanda in termini di incompatibilità tra i costi e i tempi richiesti dai pazienti). Contemporaneamente è impraticabile la soluzione di immagazzinare tale materiale per i costi eccessivi.

Sono nati depositi centrali da dove, su richiesta del singolo “cliente” può essere consegnato nel giro di mezz’ora il prodotto, totalmente personalizzato, di cui necessita il cliente, allungandone la vita. La soluzione è resa disponibile grazie alla combinazione di un insieme di tecnologie che se applicate da sole sarebbero fondamentalmente inutili, una soluzione basata sul coordinamento preciso, veloce e flessibile dei vari attori della catena che non potrebbe essere possibile senza un’infrastruttura digitale.
È un esempio fuori dagli schemi tradizionali, di una catena di fornitura sicuramente non convenzionale, ma il cui impatto è straordinario. Proprio per questo ritengo sia un esempio che più di altri può trasmettere quante siano le opportunità offerte dall’applicazione di tecnologie digitali alla gestione delle Supply Chain.
Luigi De Bernardini
Automazione Industriale
Giugno 2017

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